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Lo smartphone non è più solo un telefono.
È il nostro documento digitale, la chiave di accesso a conti bancari, email, cloud, social network, strumenti di lavoro, sistemi aziendali e identità digitali.

Eppure, paradossalmente, è anche il dispositivo che proteggiamo peggio.

Nel 2026 il mobile è diventato il primo punto di accesso alla vita digitale di una persona. Ed è proprio per questo che è diventato uno degli obiettivi preferiti degli attaccanti.
Secondo i dati più recenti, i malware mobile sono aumentati del 250%, spinti dalla diffusione di app contraffatte, reti Wi-Fi non sicure e tecniche di social engineering sempre più sofisticate.

Non parliamo più di scenari “eccezionali”.
I rischi oggi sono quotidiani.

Perché lo smartphone è così esposto

A differenza dei computer aziendali, lo smartphone viene utilizzato in modo continuo, personale e informale.
Lo portiamo ovunque, lo colleghiamo a reti pubbliche, lo usiamo per lavoro e per la vita privata, spesso senza separare i contesti.

Secondo NIST, OWASP e CISA, le principali superfici di attacco mobile includono:

  • App fake o compromesse, spesso indistinguibili da quelle legittime

  • Wi-Fi pubblici che permettono intercettazioni e attacchi man-in-the-middle

  • QR code malevoli, sempre più usati come vettori di phishing

  • Permessi concessi con leggerezza, che espongono dati e funzionalità critiche

Il problema non è solo tecnico.
È comportamentale.

Le tre abitudini che fanno davvero la differenza

La sicurezza mobile non richiede soluzioni complesse, ma disciplina quotidiana.

  1. Aggiornare davvero
    Non “quando avrò tempo”, non “domani”.
    Gli aggiornamenti correggono vulnerabilità già note e spesso già sfruttate dagli attaccanti.

  2. Installare app solo dagli store ufficiali
    Anche quando un link sembra affidabile o arriva da una fonte conosciuta.
    Fuori dagli store, il controllo di sicurezza è minimo o inesistente.

  3. Attivare l’autenticazione biometrica ovunque sia possibile
    Impronta, volto, PIN robusti: ogni livello in più riduce drasticamente il rischio di accesso non autorizzato.

Sono azioni semplici, ma spesso trascurate.
Ed è proprio su queste disattenzioni che si basano molti attacchi riusciti.

Lo smartphone è diventato il telecomando della nostra vita digitale.
Da lì passano identità, autorizzazioni, accessi e decisioni.

Trattarlo come un dispositivo “secondario” è un errore che oggi non possiamo più permetterci.
Proteggere il mobile significa proteggere l’intero ecosistema digitale personale e aziendale.

Vuoi verificare quanto sono davvero sicuri i dispositivi mobili della tua organizzazione?

Audita esegue:

  • Vulnerability Assessment su dispositivi mobili

  • controlli di sicurezza su account e accessi aziendali

  • valutazioni della postura di sicurezza

(Fonti: NIST, OWASP MASVS, CISA Mobile Security)