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Zero-day exploit: cosa sono e perché fanno paura

Cosa significa “zero-day”

Un exploit zero-day si basa su una vulnerabilità (difetto, falla) in software, hardware o firmware che non è ancora conosciuta dal fornitore del sistema o non è stata patchata.

Ecco le differenze di base:

  • La vulnerabilità zero-day è la falla stessa, sconosciuta o non mitigata.
  • L’exploit zero-day è il codice, metodo o tecnica che sfrutta quella falla.
  • Un attacco zero-day è quando quell’exploit viene realmente usato per compromettere un sistema, rubare dati, installare malware, ecc.

Il nome “zero-day” deriva proprio dal fatto che il fornitore ha “zero giorni” (ossia nessun tempo) per reagire prima che la vulnerabilità venga sfruttata.

Perché gli exploit zero-day sono particolarmente pericolosi

Ci sono diversi motivi per cui questi exploit rappresentano una delle minacce più temute:

  1. Assenza di protezione preventiva
    Siccome la falla è sconosciuta o non patchata, non esistono aggiornamenti o contromisure specifiche finché non viene scoperta ufficialmente. Strumenti di difesa basati su firme (antivirus tradizionali, rilevatori statici) spesso non la intercettano.
  2. Tempo della finestra di rischio
    Dopo che è emersa la vulnerabilità, c’è un periodo in cui molti sistemi restano esposti finché non viene distribuita la patch e gli utenti la installano. In questi intervalli, gli aggressori possono sfruttarla. Più veloce è il tempo di risposta, minore è il rischio.
  3. Maggiore valore per gli attaccanti
    Saper sfruttare una vulnerabilità zero-day — prima che il difensore ne sia consapevole — dà un vantaggio enorme: consente infiltrazioni stealth, accessi prolungati, furti dati, spionaggio, danneggiamenti.
  4. Target ampi e impatti gravi
    Gli exploit zero-day spesso colpiscono software largamente utilizzati (sistemi operativi, applicazioni comuni, componenti di rete/cloude) perché garantiscono che molte vittime possibili siano vulnerabili. Questo amplifica l’impatto: non solo l’azienda attaccata, ma clienti, partner, catena di fornitura.
  5. Mercato delle vulnerabilità
    Esiste un mercato (ufficiale o meno) per la scoperta e la vendita di vulnerabilità zero-day. Alcuni ricercatori “white hat” riportano le vulnerabilità ai vendor, altri attori le vendono a criminali o governi. Questo incentiva attività clandestine e aumenta il numero di zero-day “in circolazione”.

 

 

 

Tendenze attuali dei zero-day nel 2025

Ecco alcune tendenze recenti che mostrano come il fenomeno stia evolvendo:

  • Le aziende del settore sanitario, le infrastrutture critiche e i prodotti di networking (VPN, firewall) sono particolarmente presi di mira.
  • Il tempo che intercorre tra la pubblicazione di una patch o la divulgazione di una vulnerabilità e il primo attacco che la sfrutta si è drasticamente ridotto. Alcune fonti riportano che meno di cinque giorni sono sufficienti affinché venga sviluppato un exploit dopo che la vulnerabilità è resa pubblica.
  • Secondo il Rapporto Clusit 2025, lo sfruttamento di vulnerabilità, comprese quelle zero-day, ha rappresentato circa il 15% degli incidenti informatici globali nel 2024, con particolare incidenza in PA, media e infrastrutture.

Come difendersi: approcci e strategie

Pur essendo minacce difficili da prevedere, ci sono varie contromisure che le organizzazioni possono usare per ridurre il rischio:

  • Vulnerability Management proattivo
    Scansioni regolari, penetration test, bug-bounty, threat intelligence per individuare vulnerabilità potenziali prima che vengano sfruttate.
  • Patch Management veloce ed efficace
    Tenere aggiornati software, firmware e sistemi; avere processi chiari per il rilascio e l’applicazione delle patch non appena disponibili.
  • Defese comportamentali / basate sul comportamento
    Soluzioni che rilevano comportamenti sospetti o anomalie (EPP, EDR, XDR) piuttosto che basarsi solo su firme note.
  • Segmentazione della rete e principi di “least privilege”
    Limitare il più possibile i privilegi, dividere la rete in zone, ridurre l’esposizione di servizi critici a Internet.
  • Monitoraggio “in the wild” e threat intelligence
    Tenere d’occhio segnali che suggeriscono che alcuni exploit siano in uso, leak di vulnerabilità, attività sospette; condividere informazioni con community o gruppi di sectoral threat intel.
  • Risposta rapida agli attacchi e preparazione
    Avere un piano di incident response che consideri il possibile uso di zero-day: rilevamento rapido, isolamento, mitigazione e rollback.

Conclusione

Gli exploit zero-day sono tra le minacce più temute perché sfruttano falle impreviste, sconosciute prima che ci sia la possibilità di reagire con patch o difese specifiche. Nel 2025, con l’aumento degli attacacchi e la riduzione dei tempi in cui un exploit può essere sviluppato, il rischio è più alto che mai.

Le organizzazioni più pronte non sono quelle che sperano di non essere attaccate, ma quelle che adottano una strategia di difesa multilivello: prevenzione, rilevamento, risposta e resilienza.